Ognuno deve avere il diritto di ricordare i suoi defunti. La guerra civile c’è stata, inutile nascondere. La storia non è solo dei vincenti, ma anche dei vinti. Cosa possono fare dei morti ammazzati? Persone che hanno vissuto il loro tempo sino in fondo. Erano 46 milioni gli italiani, fascisti.
Lasciamo che in questo piccolo Campo 10, ognuno preghi il suo caro e defunto, giusto o sbagliato, noi crediamo sia il motivo in cui ha creduto. La Storia non si rinnega e non si dimentica. Almeno. Ci hanno insegnato che è maestra di vita. Se si nega la preghiera e il ricordo, si fomentano odi.
Perché ho scritto questo post? Non sono fascista. Tanto più che non ho vissuto quell’epoca. Vivo democraticamente il mio tempo.
Ma ogni anno, non necessariamente il 2 novembre, passo a far visita al Cimitero Maggiore, a mia mamma Mariuccia e al Campo 10, a portare un fiore a mio nonno, fece parte della Repubblica di Salò, e qui è sepolto, appunto ammazzato dai partigiani. Così faceva mio padre e così faccio io. Senza nessun risentimento e/o odio. La democrazia e la pace si costruiscono anche così.
Il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, forse non sa che a Trieste c’è il cimitero degli ungheresi e che furono nostri nemici, ho visto rispetto e corone di fiori. E così tanti altri sindaci milanesi, hanno deposto l’annuale corona di fiori, al Campo 10 del Cimitero Maggiore di Milano, sindaci di ogni schieramento, prima di lui.
Nel 2016, la guerra civile non c’è più. E come disse un grande giornalista, Enzo Biagi, di un’ epoca che lui sì ha vissuto. “La guerra civile in Italia è finita il 25 aprile 1945 , e ognuno ha pianto i suoi morti.”
Piangere e commemorare, rispettare i defunti non è un reato. Enzo Biagi non è stato certo un uomo di ideologia fascista. Quindi, con il buon senso, e senza cercare di fomentare ulteriori odi, c’è stata un’amnistia generale nel 1946, per tutti i fatti inerenti alla guerra civile italiana.
Lasciare un fiore, è ricordare, non dimenticare, al di là di qualsiasi ideologia, è avvicinare gli italiani, senza nessuna tifoseria, che sarebbe desueta e in tutti modi impraticabile:
I protagonisti di quell’epoca, sono tutti morti. E’ sotto gli occhi di tutti che l’ideologia, da una parte e dall’altra non esiste più.
Si fomenta l’odio per il proprio tornaconto, attaccarsi ai defunti…vuol dire non avere argomenti. Amen.
Ed è questa l’unica ragione perché mio padre GIANCARLO GARBELLI, figlio di CESARE GARBELLI, appunto mio nonno, sepolto al Cimitero Maggiore Campo 10, non ha la targa al FAMEDIO del Cimitero Monumentale, quale illustre milanese.
E l’hanno tutti…attori schierati, scrittori, politici, cantanti e compositori, calciatori, tennisti, ciclisti, piloti, artisti, assicuratori da ogni dove, persino allenatore inglese…e anarchica russa, ma non il più grande Campione di Boxe Italiano di sempre, tra i grandissimi nel mondo, GIANCARLO GARBELLI, nella sua città: Milano”
http://www.milanotoday.it/cronaca/fiori-comune-tombe-repubblichini.html/pag/3
Everyone must have the right to remember his dead. The civil war was there, is useless to hide. History is not just about the winners, but also about the vanquished. What can murder victims do? People who have lived their time to the end. There were 46 million Italians, fascists.
Let us in this small Camp 10, everyone pray to his dear and deceased, right or wrong, we believe that is the reason he believed. History does not deny itself and it is not forgotten. At least.
They taught us that she is a teacher of life. If one denies prayer and remembrance, hatreds are fomented. Why did I write this post? I’m not a fascist. Especially since I have not lived that era. I live my time democratically. But every year, not necessarily November 2nd, I go to visit the Cemetery Maggiore, my mother Mariuccia and Campo 10th, to bring a flower to my grandfather, was part of the Republic of Salò, and here is buried, just killed by partisans. So my father did and so I do. Without any resentment and / or hatred. Democracy and peace are also built this way.
The Mayor of Milan, Giuseppe Sala, perhaps does not know that in Trieste there is the cemetery of the Hungarians and that they were our enemies, I saw respect and crowns of flowers. And so many other Milanese Mayors, have laid the annual wreath of flowers, at Camp 10 of the Major Cemetery in Milan, Mayors of every deployment, before him.
In 2016, the civil war is gone. And as a great journalist, Enzo Biagi, said of an era that he lived. “The civil war in Italy ended on April 25th 1945, and everyone cried his dead.” Crying and commemorating, respecting the dead is not a crime. Enzo Biagi was certainly not a man of fascist ideology.
So, with common sense, and without trying to foment further hatred, there was a general amnesty in 1946, for all the facts inherent in the Italian civil war. Leave a flower, remember, do not forget, beyond any ideology, is to approach the Italians, without any fan, that would be obsolete and in all ways impractical: The protagonists of that era are all dead.
It is under the eyes of all that ideology, on one side and the other no longer exists. It fosters hatred for one’s own advantage, attaching oneself to the dead … it means run out of talk. Amen.
And this is the only reason why my father GIANCARLO GARBELLI, son of CESARE GARBELLI, my grandfather, buried at the Cimitero Maggiore Campo 10, does not have a plaque at the HALL OF FAME of the Monumental Cemetery, as an illustrious Milanese.
And everyone is there … deployed actors, writers, politicians, singers and composers, football players, tennis players, cyclists, drivers, artists, insurers from everywhere, even English coach … and Russian anarchist, but not the greatest Italian Boxing Champion ever, among the great ones in the world, GIANCARLO GARBELLI, in his town: Milano.”