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Festival di Berlino il peso morto della sinistra italiana. Non basterà Spielberg a coprire le vostre porcate.
Lo avevo annunciato: É una lunga perversa catena che va spezzata.
Traducete da soli, è il nulla dell’anonimo di chi scrive, lo rappresenta.
Chi mi scrive? Di chi è questa email anonima? Tutti mi leggono, in centinia di migliaia ogni anno, calcola tutti questi anni, in quanti si sono schiariti le idee. Ogni volta che pubblico su questo mio Blog, in meno di 24 ore sono 25.000 lettori! Ovunque nel mondo. In una settimana mai meno di 45/50.000.
Esposito & Chatrian, bulli. Inutili. Non siete voi a dirigere il mondo. Nè la servitù che vi circonda. Né i politici che contano meno di niente che vi foraggiano e si foraggiano senza vergogna!
Nemmeno se fate venire Steven Spielberg e gli date l’Orso alla Carriera.
La sinistra ha sempre comperato i voti. Il Qatar non è che un sistema consolidato.
Non è cassando la visibilità al mio immenso lavoro autoriale che io smetto di divulgare la Storia. La Cultura Sportiva di cui sono paladina.
Vergognatevi a cassare i miei campioni protagonisti. Veri, reali.
A dispetto di Spielberg che riceverà l’Orso del festival di Berlino alla Carriera il prossimo febbraio, che ovviamente sarà celebrato dal solito onnipresente attore-presidente Volodymyr Zelensky che non manca di presenziare dallo scorso febbraio all’Oscar e poi via giù di lì tutti Festival da Cannes, a Venezia etc…con tutti i capibastone sinistri, affiliati.
I soliti inutili bulli dopati.
E poi con la farsa non ultima di Sean Penn con i muscoli di Braccio di Ferro, al solo sguardo non passerebbe un antidoping, arriva il primo giorno di guerra in Ucraina lo scorso 24 febbario 22, poi quando si accorge che è una guerra vera, scappa…e torna per raccontarcelo in TV, in RAI da Fazio…E poi tornare di nuovo in Ucraina con il suo Oscar di fiction dal Presidente Zelensky…”me lo riporterai quando vincerai…” già con il piede sul primo volo in 1st class per Hollywood.
Intanto Zelensky gli ha fatto scolpire il suo nome sulla prima stella a lui dedicata sul selciato di Kiyv…
Non si possono vedere certe cose…
Ma cosa ha fatto Volodymir Zelensky di così unico e originale nelle arti e nei mestieri della cinematografia? Non turbatevi per la mia ignoranza. Non lo sa nessuno davvero.
Quello che si è capito chiaramente che il Presidente Zelensky è di nuovo in campagna elettorale contro Vitali Klitschko, il Miglior Sindaco del Mondo, e già immenso Campione di Boxe. L’ho ha bacchettato pubblicamente che non si da fare. PAZZESCO!
É dal 2014 e molto anche prima che VITALI KLITSCHKO è in prima a linea a difendere l’Indipendenza, La Libertà. La Democrazia. Per L’Ucriana in Europa. Per la Giustizia!
Come ha potuto Zelensky proferire tale falso affronto a Klitschko?!
Io che non ho mai perso d’occhio Vitali, conosco da anni il suo impegno per l’Ucraina, certo politico, ma di più tangibile sul campo dei diritti per la democrazia. É stato subito chiaro che Zelensky prova un’invidia senza eguali per il grande patrimonio umano, economico e culturale che questi due formidabili fenomeni, sino a un decennio, ma anche meno per Wladimir, dicevo di questi grandi atleti che hanno saputo unire tutti gli ucraini e dar lor orgoglio ovunque nel mondo, e non da oggi Combattenti sono il riferimento, dalla prima notizia di guerra.
Invece di stare a sollarzarsi al sole delle isole più remote, con il patromonio accumulato in decenni, i Fratelli Klitschko sono in prima linea in difesa della stessa gente a cui appartangono.
Questo sì mi ha turbata. Conosco personalmente questi due fantastici fratelli. E nel mio docufilm è evidente. Come tutti gli altri protagonisti.
Credo che il cinema ormai sia guidato da menti fortemente turbate: l’ignoranza del potere sinistro che vuole comandare senza avere nessuna cultura. Se non quella della falsità e del furto.
Quest’ultimo mio grande cult originalissimo, i protagonisti sono chi la guerra la combatte davvero, noti per aver scolpito e scolpiscono con le loro membra, LA STORIA. I miei immensi Campioni di Boxe.
É chiaro che la fiction vuole umiliare i grandi protagonisti della Boxe Mondiale che davvero hanno dato lustro, fama all’Ucraina. Questa banda di flaccidi bulli alla guida del Berlino festival, alias la berlinale, vogliono falsificare la Storia. Umiliare chi ha dato lustro con il propri risutatai che centinaia di milioni in tutto il mondo hanno potuto verificare.
Evidente, omettendo l’invito del mio immenso lavoro, e dunque ai miei protagonisti, vogliono eludere la Storia.
E così umiliare gli altri grandi protagonisti dei mio lavoro dei miei docufilm.
Peccato che Berlino si sia così piegata a dei cialtroni. Ma non solo Berlino. In Italia é ormai costume. S’invita Chiara Ferragni…alla Mostra del Cinema di Venezia. Elisabetta Sgarbi che sarà pure un editore in eredità di cotanto Umberto Eco. Il suo lavoro è invedibile.
Ma lo stesso vengono dati i quattrini per realizzare l film del padre farmacista, e così dalla Regione Emilia-Romagna.
Lo sponsor è sempre lo stesso il concittadino ferrarese Dario Franceschini. Elisabetta Sgarbi, ha praticamente pubblicato tutti i libri dello scarso scrittore, sinistro ministro della cultura….
E poi ancora per il documentario, ad uscita precisa fine novembre e scorso inzio dicembre al Festival di Torino di chi? Su suo fratello Vittorio Sgarbi. Che inutile baraccone!!!
No, davvero dopo 6/7 elargizioni statali a Walter Veltroni per degli insulsi documentari. Eccoci di nuovo con Vittorio Sgarbi.
Se c’è un davvero un Nuovo Governo Italiano intervenga, e dia la sveglia al MIC, al Ministero della Cultura direzione cinema, perché io non ho la vocazione al martirio.
E devo passare assolutamente all’incasso dei nostri quattrini. Subito.
Lo “sviamento di potere” non puà perdurare all’infinito, non può diventare parte integrante del sistema marcio. Deve essere condannato sempre e di più perché sia un’eccezione, non la regola.
Il Consiglio di Stato è stato chiaro e inapellabile.
Chiudiamo questa farsa dei festival che vogliono sostituirsi al Governo, perché qua, noi tutti viviamo di lavoro. E contiamo sulle nostre sole forze e genialità di resistere.
Stai certo faremo ovunque premiere mondiali escludendo questi festival di cialtroni.
Non ho urlato a caso a questo disgustoso sistema marcio che si perpetua, l’ho vissuto e lo vivo da quasi due decenni.
La soluzione é scritta in sentenza pubblica, l’ho pubblicata varie volte su questo mio Blog é tra i documenti più scaricati, centinaia di volte, chiunque la può leggere. Persino i grandi studi legali esteri…
Io ho dimostrato di non aver rmai mollato.
Grazie alla mia salute. Ho un DNA forte.
LA CULTURA SPORTIVA NON É IL CALCIO DEL QATAR. NON É IL CALCIO. Punto.
É ben chiaro che con l’internazionalità del mio lavoro, del mio nuovo docufilm, subisco lo strascico del marcio denunciato del precedente Ministero della Cultura sinistra dei ladroni al governo.
No non ne siamo usciti. Sono alla guida di tutti i festival. Persino il Montpellier festival, ha un politico italiano, il sindaco Orlando di Palermo. Da non credere…
E poi si grave, il Berlino festival della sinistra-comunista italiana, offusca persino la guerra in Ucraina. Quelli che la guerra la vivono e la combattono davvero, e non dal 24 febbraio 2022. E non indossano divise da sfilata…
Che crollo di valori!
No, non è questa l’Europa che vogliamo, la Democrazia non può essere rappresentata da fantocci. Da lacchè sinistri, che hanno quale ideale il nulla. Nessun valore Etico. Nessuna Patria, Nessuna Famiglia. Nessuna Chiesa. Nessuna CULTURA SPORTIVA!
Il prodotto del qualunquismo, e ancora della banalità, il piattume del tutto asessuato.
Siamo in profonda agonia, in balia del vuoto pensiero sinistro. Del nulla. Della cosa inutile. É come cercare un dialogo con la mafia, “cosa nostra”, n’dragheta e affini. Il crimine s’impone e basta.
E notizia di pochi giorni dell’arrichimento di eurodeputati per tenere alto il nome del Qatar….Ma davvero ci han preso tutti per allocchi?!
Lo Sport non è l’ipocrisia del calcio. il calcio non è Cultura sportiva.
Ma ormai occupa ogni ora delle vostre giornate, con una tale decadenza e immondizia senza nessun rispetto per i minimi diritti umani. In Qatar vige la Sharia…una donna vale la metà di un uomo. Sulla terra ci sono dei posti popolati da umani davvero schifosi. Non necessariamente così lontani da noi.
Il Qatar dove sono morti oltre 6.500 lavoratori per costruire stadio refrigerante e altre infrastrutture. € o US$ 2.200 miliardi in totale.
All’inaugurazione farsa, tutti gay, omosessuali…
I calciatori tedeschi che si coprono la bocca come fanno i mafiosi, che non sentono, non vedono e non parlano…Attenti amici tedeschi, è un attimo cadere nella rete delle cosche!
Mai delegare la propria identità.
E la mia è sempre stata Cultura Sportiva, io nasco da qui.
Le imprese dei campioni sono stimoli che poche menti sanno creare. Si chiamano appunto Campioni.
Io vengo dalla Storia vera.
Capisco, quanto é duro districarsi quando sei circondato dal crimine, paventato di politica. E intanto che ti foraggia. É li che il crimine tesse meglio.
Ma subito riempiono le pagine gli Agnelli con sede in Olanda, nessuno stupore sia chiaro, la Juventus peggio di calciopoli, con il carico di Mancini e Vialli con i Pandora papers… Sono le indimenticabili star degli Europei! Che vergogna!
La TV di Stato italiana, che ha tagliato il TG1 delle 20:00 per far posto alle partite dei mondiali di calcio nel Qatar in pieno novembre e dicembre…Con l’Italia, l’Europa tutta in morsa di enormi problemi di guerra vera.
€ 200 milioni di acquisti diritti TV da parte di RAI, dell’appena trascorso regime sinistro, per distogliere le masse dall’inutile evento.
Dai che vi stordiamo ancora un attimo ed è Natale!
Che crollo di valori!
E qua per chiudere in bellezza, da uno che di Cinema e di numeri se ne intende sul sito di Cinema più visitato.
NON PERDETEVI QUEST’ALTRA PORCATA A CONFERMA DELLO SFACELO DEL MINISTERO CULTURA CONDOTTA DAL 2014 a OTTOBRE 2022 DA DARIO FRANCESCHINI.
LO STATO DELL’ART |
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di End User Un paio di settimane fa è stato distribuito dall’Anica il risultato di uno studio sulla redditività dei film italiani sui mercati esteri, studio che risponde ad alcune delle domande che qualche volta proprio qui abbiamo formulato e che vanno in sostanza da un semplice “I film italiani sono distribuiti all’estero?” a un più ficcante “Quanto incassano i film italiani all’estero?” passando per “Quali film italiani incassano all’estero?”. Siccome penso che – da quando all’ex Ministro dello spettacolo Dario Franceschini è venuta in mente l’idea geniale di lanciare la cultura italiana nel mondo con la famigerata ItsArt, la cosiddetta Netflix della cultura italiana – siamo diventati tutti un po’ più sensibili e curiosi sulla diffusione del nostro cinema all’estero, mi sono letto tutta la relazione. E poi, già che c’ero, ho fatto un po’ di ricerche per capire anche cosa sia successo a ItsArt. Sarà perché ci siamo scocciati di essere riconosciuti solo per pizza, mandolino e mafia e non sarebbe male che nel mondo si sapesse che nel nostro DNA culturale ci sono, per dire, anche Michelangelo Antonioni e Sergio Leone. Sarà solo per curiosità cinefila o per verve polemica, ma sempre più spesso mi capita di confrontarmi con altri appassionati di cinema che stanno all’estero e siamo tutti un po’ sbalorditi dal fatto che per restare al passo con il nostro cinema dobbiamo sostanzialmente scaricare i torrent perché la reperibilità è a dir poco scarsa. Ecco, l’ho detto. Ora però il tema non è tanto quello degli interessi dei residenti italiani all’estero che anche chissenefrega. Siamo voluti o dovuti andare via e adesso subiamo RaiPlay che non ci mostra film e programmi che dovrebbero fare parte della sua library storica, i film italiani non arrivano nelle sale dei paesi in cui risediamo e soprattutto ci becchiamo quel gioiello di ItsArt. Il tema più centrale è quello della diffusione del cinema italiano come mezzo di sostentamento della nostra industria audiovisiva e anche, parzialmente, come coadiuvante allo smantellamento (o rafforzamento?) degli stereotipi sull’Italia. Quindi partiamo dalla ricerca dell’Anica e vediamo un po’ come si muove il cinema italiano all’estero. Lo studio, realizzato fra marzo e settembre del 2022, ha preso in esame l’intera produzione nazionale di titoli per gli anni 2017 – 2021 con l’obiettivo di condurre una ricognizione del mercato e fornire prime stime sul numero di film che hanno ottenuto distribuzione oltre frontiera e sui valori economici generati da tale attività di export. Si tratta di elementi estremamente importanti che, in un quadro di costante evoluzione del mercato audiovisivo, permettono di comprendere la vitalità e la competitività dell’industria nazionale del film. Quanti film vengono prodotti in Italia? Complessivamente, fra il 2017 e il 2021 sono stati prodotti in Italia, per la sala, la TV lineare (gratuita e a pagamento) e per i servizi VOD, 1.130 lungometraggi. Quanti film hanno distribuzione estera? Su 184 titoli prodotti nel 2017, 43 hanno avuto diffusione estera. Poi 63 su 202 nel 2018, 88 su 264 nel 2019, 92 su 238 nel 2020 e, infine, 96 su 242 nel 2021. Un grafico evidenzia come in termini percentuali ci sia stata una crescita dal 23% al 40% di titoli distribuiti all’estero rispetto ai titoli prodotti. Cosa significa distribuzione estera? Quando parliamo di distribuzione estera si intende qualsiasi distribuzione, non solamente la sala. Valgono quindi anche i titoli distribuiti attraverso operatori VOD globali come Netflix, Prime Video, Disney+, MUBI ed eventuali cessioni di diritti di trasmissione a operatori televisivi stranieri. Si ok, ma quanti soldi fanno? Qui le cose diventano un po’ più difficili. Le coproduzioni con operatori esteri rappresentano da sempre il principale veicolo di circolazione dei film all’estero. Sui 1130 prodotti nel quinquennio 2017/2021, 220 sono frutto di coproduzioni. Questo è un dato importante perché quando si inizia a parlare del valore economico che deriva dalla circolazione di un film all’estero, i soldi con i quali una casa di produzione estera ha contribuito alla realizzazione di un qualsiasi film – soldi che quindi fanno parte del budget di spesa del film – sono nella maggior parte dei casi considerati poi anche come ricavi. Un esempio. Se un film di coproduzione italo-francese è costato dieci milioni di euro e, di questi, 2 sono stati dati in fase di realizzazione da una casa di produzione francese in cambio dei diritti del film per la Francia, questi due milioni sono considerati come ricavi esteri di quel titolo. Una manovra che secondo me è corretta fino a un certo punto perché ritengo che confonda un po’ le acque sul termine ricavo di quell’anno, quando invece i diritti acquisiti valgono per molti anni, se non per sempre. Quanti soldi girano? Per non riempire solo di numeri e dati questo testo prendo ad esempio un solo anno del quinquennio. I ricavi totali derivanti da vendite estere dei diritti di titoli prodotti nel 2019 (90 film) è di circa 40 milioni di euro (nello studio dell’Anica sono sempre indicati i valori prudenziali e quelli aggressivi e io considero il valore prudenziale). Sono tanti soldi? Per rispondere bene a questa domanda da semplice neofita quale sono sarebbe necessario avere dei parametri. Uno potrebbe essere quello relativo a quanti soldi hanno incassato in Italia i film italiani nello stesso anno. La risposta è: nel 2019 i film italiani hanno incassato al botteghino italiano 134 milioni. Ma per poter trarre delle conclusioni più fini sarebbe molto utile sapere cosa succede in un mercato simile al nostro, come per esempio la Spagna. Sono dati complicati da trovare e mi ci metterò ma se qualcuno ha suggerimenti o aiutini sono molto benvenuti. Una cosa che proprio non è chiara. Se da un lato è evidente che l’aumento di film distribuiti all’estero nel corso del quinquennio preso in esame si riflette anche sui ricavi annuali, quella debolezza contabile a cui ho accennato trova conferma nell’ultimo paragrafo dello studio, quello che riguarda lo sfruttamento dei diritti sul patrimonio cinematografico italiano, ossia i ricavi generati dal catalogo cumulato dei film prodotti in Italia tra il 1930 e il 2016. Stiamo parlando di 4348 titoli che tra il 2017 e il 2021 hanno generato ai detentori dei diritti “solo” 6/7 milioni di euro all’anno. Questa è una cifra che onestamente mi pare bassissima. Come è possibile che nel 2017 gli 88 film distribuiti all’estero abbiano portato nelle casse dei detentori dei diritti italiani 19 milioni di euro e poi 4300 film della library storica, inclusi i titoli dell’anno precedente, rendano solo 7 milioni di euro all’anno? Questo sembra proprio essere il frutto di una politica di vendita di diritti esteri che punta all’estetica del conto economico anno per anno: incassare denaro velocemente per fare il film valorizzando la quantità, con la conseguenza che i film smettono di produrre ricavi negli anni successivi. E comunque se questo patrimonio fosse caricato tutto su YouTube, Plex e PlutoTv penso che potrebbe rendere di più anche solo con la pubblicità. Ma bisognerebbe vedere quali sono i titoli rimasti “in casa” e quali quelli che sono stati “venduti per sempre” per tenere formalmente alto l’incasso annuo ma ragionando di fatto sul breve termine. E così, mosso da spirito autolesionista, alla fine di questo percorso sono finito a buttare l’occhio su quella che avrebbe dovuto essere la novità più entusiasmante degli ultimi anni, quella che avrebbe dovuto far conoscere le eccellenze culturali italiane al mondo intero: la piattaforma streaming ItsArt. Accedo a ItsArt dalla Spagna e la prima domanda è: dove è finito il cinema che, a livello di progetto, anche per la presenza nella compagine sociale di Chili, avrebbe dovuto fare la parte del leone? Ci sono solo un pugno di film da vedere (gratis) e una manciata di documentari. Ma come è possibile che dopo tutto questo tempo, a piattaforma lanciata e funzionante, a mancare sia il prodotto? L’idea di partenza non era così sbagliata – riunire in un unico portale il meglio e farlo diventare il punto di riferimento della produzione culturale italiana per una fruizione in streaming da tutto il mondo – e i soldi, pubblici e privati, non mancavano. Peccato che, stando al bilancio del 2021 pubblicato da poco, in un solo anno sono stati spesi ben 7.700.000 euro. 5 milioni di euro per i servizi (niente battute), 900.000 euro di personale, 1 milione di ammortamenti (ossia la quota annuale dei soldi spesi per creare la piattaforma), mentre i ricavi ammontano a soli 240.000 euro. Risultato: una perdita di 7.400.000 euro. Ma soprattutto perché non ci sono film su ItsArt? Perché su Itsart non c’è il patrimonio cinematografico italiano? Dove sono finiti i diritti di sfruttamento esteri del grande cinema italiano anni ’50, ’60 e ’70? Perché neanche la RAI può mostrare all’estero i film che dovrebbero fare storicamente parte del suo catalogo? Ci siamo venduti e stiamo continuando a vendere i diritti per l’estero a prezzi troppo bassi? Abbiamo incrementato le produzioni medie o mediocri giusto per alimentare il sistema cinema senza una prospettiva a lungo termine? Ho cercato risposte sui numerosi articoli che hanno condiviso la notizia dello studio dell’Anica ma ho trovato solo ripubblicazioni di comunicati stampa che mettono l’accento sugli elementi in crescita. Il dubbio che il mio, alla fine, sia solo un brutto trip indotto dalla delusione di non poter vedere Raiplay e da una navigazione frustrante su ItsArt è assolutamente fondato! Mi riprenderò presto ma se volete venire a rassicurarmi, se volete condividere altre speculazioni o confutare totalmente queste, mi trovate qui. In copertina: benvenuto nella sezione film di ItsArt! |
qui l’email anonima che ho ricevuto scorso 5 dicembre 22 🥊🥊 here the anonymous email I received last December 5th, 22
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ACQUISTA QUI la 2°edizionedel libro in cartaceo Il FIGHTER D’ITALIA GIANCARLO GARBELLI- Il pugilato é violento ma la violenza non é pugilato– https://www.giannamariagarbelli.com/prodotto/libro-il-fighter-ditalia-giancarlo-garbelli-2-edizione
… qua in italiano il link del mio AudioLibro IL FIGHTER D’ITALIA GIANCARLO GARBELLI – il pugilato è violento ma la violenza non è pugilato- http://bit.ly/2Y4zyZr
🥊🥊
Berlin festival the dead weight of the Italian left. Spielberg will not be enough to cover your filth.
I had announced it: It is a long perverse chain that must be broken.
Translate by yourself, it is the anonymous nothingness of the writer, it represents it.
Who writes me? Whose is this anonymous email? Everyone reads me, hundreds of thousands every year, count all these years, how many have cleared their minds. Every time I publish on my blog, in less than 24 hours there are 25,000 readers! Everywhere in the world. In a week, never less than 45/50,000.
Esposito & Chatrian, are bullies. Unnecessary. You are not running the world. Nor the servitude that surrounds you. Nor the politicians who count for less than nothing and who forage and forage without shame!
Not even if you bring Steven Spielberg in and give him the Lifetime Achievement Bear.
The left has always bought votes. Qatar is but an established system.
It is not by eliminating the visibility of my immense authorial work that I stop divulging history. The Sports Culture of which I am a champion.
Shame on you for bashing my star champions. True, real.
In spite of Spielberg who will receive the Berlin Festival Bear for Lifetime Achievement next February, which obviously will be celebrated by the usual ubiquitous actor-president Volodymyr Zelensky who has not failed to attend the Oscars since last February and then so on at all Festivals from Cannes to Venice etc… with all the sinister, affiliated club bosses.
The usual useless doped bullies.
And then with the last but not least farce of Sean Penn with Popeye’s muscles, just a look would not pass an anti-doping, comes the first day of the war in Ukraine last February 24, 22, then when he realizes that it is a real war, run away…and come back to tell us about it on TV, on RAI from Fazio…And then come back to Ukraine again with his fictional Oscar from President Zelensky…” you’ll bring it back to me when you win…” already set foot on the first 1st class flight to Hollywood.
Meanwhile, Zelensky had his name carved on the first star dedicated to him on the pavement of Kyiv…
You can’t see some things…
But what made Volodymir Zelensky so unique and original in the arts and crafts of cinematography? Don’t be upset by my ignorance. Nobody really knows.
What is clearly understood is that President Zelensky is again in the electoral campaign against Vitali Klitschko, the Best Mayor in the World, and already an immense Boxing Champion! he has lambasted him publicly. How can he dare so? CRAZY!
It has been since 2014 and long before that VITALI KLITSCHKO has been at the forefront of defending Independence, Freedom. Democracy. For Ukraine in Europe. For Justice!
How could Zelensky utter such an affront to Klitschko?!
I, who have never lost sight of Vitali, have known for years his commitment to Ukraine, certainly political, but more tangible in the field of rights for democracy. It was immediately clear that Zelensky feels an unrivaled envy for the great human, economic and cultural heritage that these two formidable phenomena, up to a decade, but even less for Wladimir, said of these great athletes who have been able to unite all Ukrainians and give them pride everywhere in the world, and not from today Fighters are the reference, from the first news of the war.
Instead of basking in the sun on the remotest islands, with their fortune accumulated over decades, the Klitschko Brothers are on the front line of defending the very people to whom they belong.
Yes, this upset me. I know these two amazing brothers personally. And in my documentary film, it is evident. Like all the other protagonists.
I believe that cinema is now guided by highly disturbed minds: ignorance of the sinister power that wants to command without having any culture. If not that of falsehood.
In this last one of my great and very original cult, the protagonists are those who really fight the war, known for having sculpted and still sculpt HISTORY with their limbs. My immense Boxing Champions.
It is clear that the drama wants to humiliate the great protagonists of World Boxing who have really brought prestige and fame to Ukraine. This gang of flaccid bullies at the helm of the Berlin festival, aka the Berlinale, want to falsify history. To humiliate those who have given prestige with their own results that hundreds of millions around the world have been able to verify.
Obviously, by omitting the invitation of my immense work, and therefore to my protagonists, they want to elude History.
And thus humiliate the other great protagonists of the work of my documentary films.
Too bad that Berlin has so bent on scoundrels. But not only Berlin. In Italy, it is now customary. Chiara Ferragni is invited… to the Venice Film Festival. Elisabetta Sgarbi will also be a legacy editor of so much Umberto Eco. Her work is unspeakable.
But all the same, they are given the money to make his father film a pharmacist and so by the Emilia-Romagna Region.
The sponsor is always the same fellow Ferrarese Dario Franceschini. Elisabetta Sgarbi, has practically published all the books of the scarce writer, sinister minister of culture…
And then again for the documentary, to be released precisely at the end of November and last beginning of December at the Turin Film Festival whose? About him brother Vittorio Sgarbi. What a bull????!!!
No, really after 6/7 state donations from Franceschini to Walter Veltroni for empty documentaries. Here we are again with Vittorio Sgarbi.
If there really is a New Italian Government, intervene, and wake up the MIC, the Ministry of Culture, cinema directorate, because I don’t have a vocation for martyrdom.
And I absolutely have to go to the collection of our money. Immediately.
The “misuse of power” cannot go on indefinitely, and cannot become an integral part of the rotten system. It must be condemned more and more to be the exception, not the rule.
The Council of State was clear and unappealable.
So my competence is a fact, which required a lot of dedication. It is not my custom to praise myself.
And thus recognized by the Council of State itself. See the sentence:
Page 4
iv) manifests it
the unreasonableness of this judgment on the only docu-film work on sporting feats e
contents associated with these (moreover, selected for Cannes 2020 and interpreted
by the top boxing champions), made by non-expert commissioners on this issue
(rather popular and successful) and not so sensitive about it, so that pluralism,
preached by the law and by the implementing sources should have also concerned sport,
especially in the face of the curricula of the author and its creators and the repetitiveness of
various works admitted.
Page 5 and page 10
In this case, it can
welcome a broad vision of the principle of pluralism, even in the contents, including
the sporting phenomenon, also in the form of docu-films.
Let’s end this farce of festivals that want to replace the Government because here, we all live on work. And we count on our own strength and genius to resist.
Rest assured we’ll be doing world premieres everywhere except these scoundrel festivals.
I did not randomly yell at this disgusting rotten self-perpetuating system, I have lived it and have lived it for almost two decades.
The solution is written in public judgment, I have published it several times on my blog and it is among the most downloaded documents, hundreds of times, anyone can read it. Even the big foreign law firms…
I proved that I never gave up.
Thanks to my health. I have strong DNA.
SPORTS CULTURE IS NOT QATAR FOOTBALL. IT’S NOT FOOTBALL. Point.
It is very clear that with the internationality of my work, of my new documentary film, I suffer the aftermath of the rottenness denounced by the previous Ministry of Culture left by the thieves in government.
No, we didn’t get out. I lead all the festivals. Even the Montpellier festival has an Italian politician, the mayor Orlando of Palermo. Beyond belief…
And then it is serious, the Berlin festival of the Italian communist left even obscures the war in Ukraine. Those who really live and fight the war, and not since February 24, 2022. And they don’t wear parade uniforms…
What a collapse of values!
No, this is not the Europe we want, Democracy cannot be represented by puppets. From sinister lackeys, who have nothingness as their ideal. No ethical value. No Country, No Family. No Church. No SPORTS CULTURE!
The product of indifference, and again of banality, the completely asexual flatness.
We are in deep agony, at the mercy of sinister empty thoughts. Of nothing. Of the useless thing. It’s like seeking a dialogue with the mafia, “cosa nostra”, n’dragheta and the like. The crime just imposes itself.
And news of a few days of enrichment of MEPs to keep up the name of Qatar…But have they really taken us all for fools?!
Sport is not the hypocrisy of football. Soccer is not sports culture.
But now it occupies every hour of your days, with such decadence and rubbish with no respect for the slightest human rights. Sharia is in force in Qatar…a woman is worth half a man. There are places on earth populated by really lousy humans. Not necessarily that far away from us.
Qatar where over 6,500 workers have died building a cooling stadium and other infrastructure. € or US$2.2 trillion in total.
At the farce inauguration, all gay, homosexual…
German footballers who cover their mouths like the mafia do, who don’t hear, don’t see, and don’t speak… Watch out German friends, it’s just a moment to fall into the net of the gangs!
Never delegate your identity.
And mine has always been Sports Culture, I was born here.
The feats of champions are stimuli that few minds know how to create. They are called Champions.
I come from True History.
I understand, how hard it is to extricate yourself when you are surrounded by crime, and afraid of politics. And meanwhile, it forages you. That’s where crime weaves best.
But the pages are immediately filled by the Agnelli based in Holland,
Sure amazement, let’s be clear, Juventus worse than Calciopoli, with the burden of Mancini and Vialli with the Pandora papers… They are the unforgettable stars of the European Championships! What a shame!
The Italian state TV, cut the 20:00 TG1 to make room for the World Cup matches in Qatar in full November and December … With Italy, Europe is all in the grip of enormous war problems true.
€ 200 million of Italian Government TV rights purchases by RAI, of the just-ended sinister regime, to divert the masses from the useless event.
Come on, we’ll stun you for a moment and it’s Christmas!
And here to end with a bang, from someone who knows about Cinema and numbers on the most visited Cinema site.
DON’T MISS THIS ANOTHER FEATURE CONFIRMING THE BREAKTHROUGH OF THE MINISTRY OF CULTURE CONDUCTED FROM 2014 TO OCTOBER 2022 BY DARIO FRANCESCHINI.
THE STATE OF THE ART
by End User
A couple of weeks ago the result of a study on the profitability of Italian films on foreign markets was distributed by Anica, a study which answers some of the questions that we have sometimes asked right here and which essentially range from simple Italians are distributed abroad?” to a more insightful “How much do Italian films earn abroad?” passing through “Which Italian films are grossing abroad?”.
Since I think that – ever since former Minister of Entertainment Dario Franceschini came up with the brilliant idea of launching Italian culture in the world with the infamous ItsArt, the so-called Netflix of Italian culture – we have all become a little more sensitive and curious about the diffusion of our cinema abroad, I read the entire report. And then, while I was at it, I did some research to also understand what happened to ItsArt.
It will be because we got annoyed at being recognized only for pizza, mandolin, and the mafia and it wouldn’t be bad if the world knew that in our cultural DNA there are, say, also Michelangelo Antonioni and Sergio Leone. It may just be out of cinephile curiosity or polemical verve, but more and more often I happen to compare myself with other film enthusiasts who live abroad and we are all a bit amazed by the fact that to keep up with our cinema we basically have to download torrent because the availability is poor, to say the least. There, I said it.
Now, however, the issue is not so much that of the interests of Italian residents abroad as well as who cares. We wanted or had to leave and now we suffer RaiPlay which doesn’t show us films and programs that should be part of its historical library, Italian films don’t arrive in theaters in the countries where we live and above all, we catch that jewel of ItsArt. The most central theme is that of the diffusion of Italian cinema as a means of sustaining our audiovisual industry and also, partially, as an aid to the dismantling (or strengthening?) of stereotypes about Italy.
So let’s start with Anica’s research and see how Italian cinema moves abroad.
The study, carried out between March and September 2022, examined the entire national production of titles for the years 2017 – 2021 with the aim of conducting a survey of the market and providing initial estimates on the number of films that have obtained distribution across the border and on the economic values generated by this export activity. These are extremely important elements that, in the context of the constant evolution of the audiovisual market, allow us to understand the vitality and competitiveness of the national film industry.
How many films are produced in Italy?
Overall, between 2017 and 2021, 1,130 feature films were produced in Italy for cinemas, linear TV (free and paid), and VOD services.
How many films have foreign distribution?
Out of 184 titles produced in 2017, 43 were distributed abroad. Then 63 out of 202 in 2018, 88 out of 264 in 2019, 92 out of 238 in 2020, and, finally, 96 out of 242 in 2021. A graph shows how in percentage terms there has been a growth from 23% to 40% of titles distributed abroad compared to the titles produced.
What does foreign distribution mean?
When we talk about foreign distribution we mean any distribution, not just the cinema. Titles distributed through global VOD operators such as Netflix, Prime Video, Disney+, MUBI, and any transfer of broadcasting rights to foreign television operators also apply
Yes ok, but how much money do they make?
This is where things get a little more difficult. Co-productions with foreign operators have always been the main vehicle for the circulation of films abroad. Out of 1130 produced in the five-year period 2017/2021, 220 are the result of co-productions. This is an important fact because when we start talking about the economic value that derives from the circulation of a film abroad, the money with which a foreign production company has contributed to the making of any film – money which therefore forms part of the expenditure budget of the film – are in most cases also considered as revenues.
An example.
If an Italian-French co-production film cost ten million euros and, of these, 2 were given during production by a French production company in exchange for the film rights for France, these two million are considered as revenues foreigners of that title. This a maneuver that in my opinion is correct up to a certain point because I believe that it slightly confuses the waters on the term of that year’s revenue, when instead the acquired rights are valid for many years, if not forever.
How much money is there?
In order not to fill this text only with numbers and data, I will take as an example only one year of the five-year period. The total revenues deriving from foreign sales of the rights to titles produced in 2019 (90 films) is approximately 40 million euros (in the Anica study the prudential and aggressive values are always indicated and I consider the prudential value).
Is that a lot of money?
To answer this question correctly as a simple neophyte which I am, it would be necessary to have some parameters. One could be related to how much money Italian films grossed in Italy in the same year. The answer is: in 2019, Italian films grossed 134 million at the Italian box office. But in order to be able to draw finer conclusions it would be very useful to know what happens in a market similar to ours, such as Spain for example. It’s complicated data to find and I’ll get into it but if anyone has suggestions or help they are very welcome.
One thing that is not really clear.
While it is evident that the increase in films distributed abroad over the five-year period examined is also reflected in annual revenues, the accounting weakness I mentioned is confirmed in the last paragraph of the study, the one concerning the exploitation of rights to Italian film heritage, i.e. the revenues generated by the accumulated catalog of films produced in Italy between 1930 and 2016. We are talking about 4348 titles that between 2017 and 2021 generated “only” rights holders 6/ 7 million euros per year.
This is a figure that honestly seems very low to me. How is it possible that in 2017 the 88 films distributed abroad brought 19 million euros into the coffers of Italian rights holders and then 4,300 films from the historic library, including the previous year’s titles, yielded only 7 million euros per year? year? This really seems to be the result of a policy of selling foreign rights that aims at the aesthetics of the income statement year by year: cashing in money quickly to make the film by valuing the quantity, with the consequence that the films stop producing revenues in the following years.
And in any case, if this heritage were all uploaded to YouTube, Plex, and PlutoTv, I think it could make more money even with advertising alone. But we should see which titles have remained “in house” and which ones have been “sold forever” to formally keep up the annual collection but in fact thinking in the short term.
And so, driven by a self-defeating spirit, at the end of this journey I ended up casting my eye on what should have been the most exciting novelty of recent years, the one that should have made Italian cultural excellence known to the whole world: the platform streaming ItsArt.
I access ItsArt from Spain and the first question is: where is the cinema which, at the project level, also due to the presence in Chili’s corporate structure, should have taken the lion’s share? There are only a handful of movies to see (free) and a handful of documentaries. But how is it possible that after all this time, with the platform launched and running, the product is missing?
The initial idea was not so wrong – to bring together the best in a single portal and make it the reference point of Italian cultural production for streaming use from all over the world – and there was no shortage of public and private money. It’s a shame that, according to the recently published 2021 budget, a good 7,700,000 euros were spent in just one year. 5 million euros for services (no jokes), 900,000 euros for personnel, and 1 million in depreciation (i.e. the annual quota of the money spent to create the platform), while revenues amounted to only 240,000 euros. Result: a loss of 7,400,000 €uros. But above all why are there no films on ItsArt? Why is there no Italian film heritage on Itsart? Where did the foreign exploitation rights of the great Italian cinema of the 50s, 60s, and 70s go? Why can’t even RAI show films abroad that should historically be part of its catalog? Have we sold out and are we continuing to sell foreign rights at too low prices? Have we increased average or mediocre productions just to feed the cinema system without a long-term perspective? I searched for answers in the many articles that shared the news of the Anica study but found only republications of press releases that emphasize the growing elements. The doubt that mine, in the end, is just a bad trip induced by the disappointment of not being able to see Raiplay and frustrating navigation on ItsArt is absolutely founded! I’ll recover soon but if you want to come and reassure me if you want to share other speculations or completely refute these, you can find me here. confutare totalmente queste, mi trovate qui. On the cover: welcome to the film section of ItsArt!
🥊🥊 here the anonymous email I received last December 5th, 22
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