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CIAO RINO TOMMASI non ci metterò una pietra sopra
RINO TOMMASI il miglior commentatore di Boxe che sapeva di esserlo.
Se ne è andato oggi a 90 anni nella sua amata Verona. Aveva la stessa età di mia mamma. Grande estimatore di mio padre si parlavano spesso. Due menti eccezionali. RINO un grande tecnico nel commentare la Grande Boxe con picchi di profondità.
É stato un mio grande amico e sostenitore del mio lavoro. Quando lo chiamai la prima volta al telefono, riconobbi la sua voce e gli dissi:” hai ritmo e una bel tono di voce quando commenti”. Mi rispose con il suo timbro ironico: “ormai mi è rimasta solo quella”.
Lo incontrai di persona in sala stampa all’MGM Grand di Las Vegas, ci fu subito intesa. Lo ritrovai nel 2001 a bordo ring del match OSCAR DEL HOYA vs JAVIER CASTILLEJO e per anni ci siamo spesso ritrovati agli stessi bordo ring, solo quelli che contavano nel mondo.
Fu lui a presentarmi BOB ARUM, avvocato, ebreo newyorchese che esordì nel pugilato nel 1965 con i match di MUHAMMAD ALI. ARUM oggi 93enne, è per la storia, il più grande organizzatore di boxe americano, dunque del mondo. Io e RINO avevamo un ottima intesa, lo sapevo pungolare e non solo sul pugilato. Che si porta addietro mille altre cose…
RINO TOMMASI sapeva tanto, era una spugna che assorbiva ogni ambito, era colto su ogni argomento. Mai avrebbe lasciato lo Sport per altre attività. É uno di quei rari “signori dello Sport” che masticava di tabelline – (come già vi ho narrato nei miei precedenti, infatti è stato lui l’inventore delle statistiche dello Sport)- e di altri dieci argomenti, entrava in ogni materia con curiosità. E studiava tanto.
Di RINO TOMMASI colpiva la sua intelligenza, il suo pragmatismo, del resto figlio dello Sport, ammirava la disciplina ed aveva un grande senso del business. Dopo la laurea in scienze politiche, divenne organizzatore di pugilato, in quei dieci anni si divertì molto e si arricchì abbastanza.
Aveva i suoi contatti in America e sapeva concludere buoni affari. Era stato amico del fondatore di The Ring NAT FLEISCHER, uomo dell’800…gli riconosceva di essere stato il punto di riferimento per il pugilato, grande rispetto per la milizia, le classifiche della sua rivista nata nel 1922 spesso decretavano la quotazione, “la borsa” del pugile. Ma naturalmente RINO aveva il “suo personalissimo cartellino”!
Un opinione non sempre concorde ma che dava adito a meravigliose discussioni. Non sempre il fondatore ha l’occhio democratico. Al tempo il più giovane TOMMASI lo aveva.
Vi ho già ricordato della sua intervista quale primo giornalista di sport al Segretario di Stato Americano HENRY KISSINGER.
Di chiara appartenenza alla destra politica italiana, aveva un’apertura mentale a 360°, era rigido al dovere e si divertiva con la sua attività che tanto amava. Fu cronista di pugilato e di tennis con il grande amico GIANNI CLERICI.
Scrisse su La Gazzetta dello Sport e su Il Tempo. Nel 1981 divenne il primo direttore dello Sport della TV di Silvio Berlusconi, Canale 5, poi di Tele +. Per questo in Italia si vedevano i grandi match di Boxe internazionali, aveva il portafoglio e sapeva acquistare il meglio vs il meglio, così sono arrivati a noi le gesta dei grandi campioni americani. Poi più nulla.
Oggi si aggira tanto pubblico che si chiede perché in Italia non si vede più la Grande Boxe? Rispondo perché non c’è più RINO TOMMASI che se ne occupa. Solo le solite “balle” del calcio…Beh certo ora c’è JANNICK “il ragazzo meraviglioso” SINNER, che nei loro anni migliori, TOMMASI e CLERICI avevano cercato invano un nome italiano nelle terre battute o nel green americano. TOMMASI e CLERICI con i loro siparietti avevano fatto sentire meno soli gli italiani amante del bel Tennis. Ora è il Campione a tenere in ostaggio il pubblico, giusto così come deve essere.
Io sto spingendo per sfondare la porta del diniego, dell’ostruzionismo e dell’ignoranza.
RINO TOMMASI non amava le fiabe cinematografiche sulla boxe, ha sempre cercato la verità, e di questo gli sono grata per avermi educata di quanto nello Sport, sia più potente il documentario di una qualsiasi fiction. Naturalmente lui ha visto crescere il mio lavoro. Intanto però io, fuori e dentro i bordo ring frequentavo BUDD SCHULBERG, premio Oscar per la scrittura di Fronte del Porto.
TOMMASI mi presentò anche lo storico della boxe BERT R. SUGAR con cui passai sei settimane per l’adattamento in americano della mia sceneggiatura nei migliori bar di NY, un’esperienza da assaggiatrice di dolciastro bourbon che ti assicuro mi ha forgiato quale Boxing Writer… Provandomi che scrivo meglio senza alcool. Insomma non mi sono fatta mancare nulla, cullata da cotanti titani. Mi potevano essere tutti padri o nonni. Di certo tutti mi sono stati preziosi alleati e grandi sostenitori. Indimenticabili.
Poi RINO “computer-rino” TOMMASI si è ammalato e ha subito la malattia degenerativa piano piano. L’ultima volta, insieme a bordo ring, lo misi su un aereo da Los Angeles a Roma, arrivato a casa, mi telefonò per ringraziarmi, per quel mio gesto, mi disse che non glielo dovevo. Sapeva essere grato e affettuoso, aveva delicatissime gentilezze. Facile essergli amica.
Ma non era modesto RINO, tutt’altro, il suo ego forte era per lo più motivato dalla sua onestà intellettuale, e dalla sua generosità. RINO ha investito sia nella sua attività di organizzatore, di imprenditore dello Sport e così di giornalista.
Uomo di mondo, capace di intessere profondi rapporti umani. Rispettoso della tradizione, amante della storia. Si distingueva con educazione. Quando all’estero gli facevano notare la sua classe italiana, andava davvero in giuggiole… É stato tra i migliori competenti di pugilato del e nel mondo. Un po’ di eredità l’ho assorbita anche da lui.
Con l’immenso GIANNI CLERICI, un tandem che ha fidelizzato milioni di italiani al Tennis, un’amicizia di rispettosa fraternità. Ricordo che a Wimbledon, entrambi erano le “star” della sala stampa, erano al centro di ogni conversazione, il loro sapere un riferimento.
TOMMASI e CLERICI venivano da due mondi diversi, ma mai coppia di cronisti fu più assortita. GIANNI un signore dei sentimenti che metteva in ogni suo scritto di Tennis, così tanto che TOMMASI lo chiamava il dottor DIVAGO…GIANNI CLERICI mi aggiornò sulla gravità della malattia di RINO dicendomi: “mandagli una cartolina che lo ricordi…”
RINO & GIANNI mi mancano infinitamente. Ma io ho fatto tanto per non disperdere questo patrimonio culturale, e di amicizia, e di affetto. prima o poi giuro lo vedrete. Eh sì ci vuole cuore e io non ci ho messo una pietra sopra.
RINO TOMMASI at the ring side MGM Grand Las Vegas
estratto dal mio docufilm inedito IL FIGHTER D’ITALIA GIANCARLO GARBELLI 🥊🥊excerpt from my unreleased docufilm IL FIGHTER D’ITALIA GIANCARLO GARBELLI
estratto dal mio docufilm inedito IL FIGHTER D’ITALIA GIANCARLO GARBELLI …di chi è quel collo…? 🥊🥊excerpt from my unreleased docufilm IL FIGHTER D’ITALIA GIANCARLO GARBELLI who belong that neck?
a signature on his book RINO TOMMASI wrote to Gianna my greatest discover! Warmth, Rino
I’m between sports journalists Maurizio Mosca and Rino Tommasi 🥊🥊
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CIAO RINO TOMMASI I won’t let it go
RINO TOMMASI was the best boxing commentator who knew he was.
He passed away today at 90 years old in his beloved Verona. He was the same age as my mother. A great admirer of my father, they spoke often—two exceptional minds.
RINO was a great technician who commented on Great Boxing with depth peaks. He was a great friend of mine and supporter of my work. When I called him on the phone for the first time, I recognized his voice and told him: “You have rhythm and a nice tone of voice when you comment”. He answered me with his ironic tone: “Now I only have that left”.
I met him in person in the press room at the MGM Grand in Las Vegas. We immediately understood each other. I met him again in 2001 at the ringside of the OSCAR DEL HOYA vs. JAVIER CASTILLEJO match, and for years, we often found ourselves at the same ringside, only those who mattered in the world.
He was the one who introduced me to BOB ARUM, a lawyer, and New Yorker Jew who made his boxing debut in 1965 with MUHAMMAD ALI’s fights. ARUM, now 93 years old, is for history’s sake, the greatest American promoter, therefore in the world.
RINO and I had an excellent understanding, I knew how to prod him and not only on boxing. Which brings back a thousand other things… RINO TOMMASI knew a lot, he was a sponge that absorbed every area, and he was cultured on every subject.
He would never have left the Sport for other activities. He is one of those rare “gentlemen of Sport” who chewed over multiplication tables – (as I have already told you in my previous posts, he was the inventor of Sports Statistics -) and ten other subjects, he entered into every subject with curiosity. And he studied a lot.
RINO TOMMASI’s struck was his intelligence, his pragmatism, after all, he was a son of Sport, he admired discipline, and had a great sense of business. After graduating in political science, he became a boxing promoter, in those ten years he had a lot of fun and became quite rich. He had his contacts in America and knew how to close good deals.
He has been a friend of the founder of The Ring NAT FLEISCHER, a man of the 19th century… he recognized him as having been the point of boxing reference, had great respect for his militia, and the rankings of his magazine born in 1922 often decreed the quotation, “the purse” of the boxer. But of course, RINO had “his very personal card”! An opinion not always in agreement but often gave rise to wonderful discussions. The founder doesn’t always have a democratic eye. At the time the younger TOMMASI did.
I have already reminded you of his interview as the first sports journalist with the American Secretary of State HENRY KISSINGER.
Belonging to the Italian political right, he had a 360° open-mindedness, was strict in his duty, and enjoyed the activity he loved so much.
He was a boxing and tennis reporter with his great friend GIANNI CLERICI. He wrote for La Gazzetta dello Sport and Il Tempo. In 1981 he became the first director of Sport for Silvio Berlusconi’s TV, Canale 5, then Tele +. For this reason in Italy, you could see the great international boxing fights, he had the wallet and knew how to buy the best vs the best, so the exploits of the great American champions reached us. Then nothing more. Today there is a lot of public who wonders why in Italy they don’t see the Great Boxing.
I answer because there is no longer RINO TOMMASI who deals with it. Only the usual “ball” about football… Well, of course now there is “JANNICK “the beautiful boy” SINNER, who in their best years, TOMMASI and CLERICI had searched in vain for an Italian name in the best clay courts or on the American green.
TOMMASI and CLERICI’s skits made Italians who loved beautiful tennis feel less alone. Now, the Champion holds the public hostage, right as it should be.
I am pushing to break down the door of denial, obstructionism, and ignorance.
RINO TOMMASI didn’t like boxing fairy tales in movies, he always sought the truth, and for this, I am grateful to him for having educated me on how much more powerful a documentary is in Sport than any fiction. Naturally, he saw my work grow. In the meantime, however, inside and outside the ringside I walked with BUDD SCHULBERG, an Oscar winner for writing On The Waterfront.
TOMMASI also introduced me to the boxing historian BERT R. SUGAR with whom I spent six weeks for the American adaptation of my screenplay in the best bars in NY, an experience of tasting sweetish bourbon that shaped me as a Boxing Writer…Proven to me I was better writer without alcool. They could all have been fathers or grandfathers to me. Certainly, they were all precious allies and great supporters. Unforgettable
In short, I didn’t miss anything, cradled by so many titans.
Then RINO “computer-rino” TOMMASI got sick and suffered the degenerative disease little by little. The last time, together at ringside, I put him on a plane from Los Angeles to Rome, when he got home, he called me to thank me, for my gesture, he told me that I didn’t owe it to him.
He knew how to be grateful and affectionate, he had very delicate kindnesses. Easy to be his friend.
But RINO wasn’t modest, quite the opposite, his strong ego was mostly motivated by his intellectual honesty and his generosity. RINO invested both in his activity as a promoter, as a sports entrepreneur, and as a journalist.
A man of the world, capable of weaving deep human relationships. Respectful of tradition, lover of history. He stood out with his education. When abroad they pointed out his Italian class, he went wild… He was among the best boxing experts of and in the world. I’ve absorbed a bit of his legacy.
With the immense GIANNI CLERICI, a tandem that made millions of Italians loyal to Tennis, a friendship of respectful brotherhood. I remember that at Wimbledon, both were the “stars” of the press room, they were at the center of every conversation, their knowledge a reference.
TOMMASI and CLERICI came from two different worlds but never was a pair of reporters more assorted. GIANNI was a gentleman of feelings that he put into every one of his Tennis writings, so much so that TOMMASI called him Dr. DIVAGO (In English it doesn’t rhyme, Mr. DIGRESS it’s the translation)… GIANNI CLERICI updated me on the seriousness of RINO’s illness saying: “Send him a postcard to remember him…“
I miss RINO and GIANNI infinitely. But I have done so much not to lose this cultural heritage, friendship, and affection. Sooner or later, I swear you will see it. Yes, it takes heart, and I haven’t given up on it. There will be no stone above.
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