IL SANGUE DI GIULIA PER INVIDIA **GIULIA’S BLOOD FOR ENVY

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IL SANGUE DI GIULIA PER INVIDIA

Giulia è stata uccisa dall’invidia.

La superficialità confonde la gelosia, istinto protettivo se non è ossessivo, con l’invidia così accecante che uccide.

La morte di Giulia, è figlia della nostra società dove ai maschi tutto è lecito, non ci sono barriere e né limiti.

Non ci sono limiti nemmeno alle donne. Guardando bene. Ma quel certo machismo cafone sa mascherarsi da vittima.

Esattamente il contrario di quelle famiglie patriarcali e/o matriarcali intese nel loro risvolto migliore, quale protezione degli affetti. Famiglie che insegnano le regole di un vivere civile.

A furia di demolire confini, intendo quel oltre che non può, non deve essere superato, quella soglia che un’educazione familiare, prima che scolastica, deve saper insegnare.

E così ogni giorno, ogni anno di più noi donne siamo gioco al massacro di una società che giustifica tutto. Senza freni.

Se un uomo non sa accettare un rifiuto, che uomo è? E certo anche che donna è?

Se un uomo non sa accettare il dolore, che uomo è?

Ragazze, donne, state lontano dai narcisi. Da chi si vittimizza.

State lontano da chi ti odia perché sai scegliere.

Chi ha insegnato alla nostra società che solo scardinando i principi si ha la libertà di ottenere tutto? Tutto cosa?

Io credo fermamente che tanta crudeltà nel femminicidio derivi dall’invidia.

Non penso assolutamente che tutti gli uomini siano invidiosi.

Ma nella mia vita ho trovato più uomini invidiosi che non.

Tutti quelli di cui ho accettato la sfida han perso.

Non ho mai accettato passivamente di sottostare al machismo.

E ho avuto la fortuna di crescere con un padre Campione di Boxe con un peso dell’anima eccezionale. E certe meschinità non mi hanno così mai intaccato.

Sono una donna combattiva lo si evince facilmente.

L’autostima è la prima conquista indispensabile per difendersi e vederci chiaro sui nostri obiettivi.

Certo l’invidia bisogna saperla riconoscere, è difficile da smascherare è subdola.

Ma se ti stimi non può farti vittima.

L’invidia attanaglia anche le donne. Ma donne assassine per invidia, capaci di tale brutalità sono una rarità.

Ogni tre giorni muore una donna per violenza.

Eppure del dolore del rifiuto ne è piena la cronaca in ogni classe sociale. Ne è piena la letteratura, la pittura, la poesia, l’opera e le canzonette.

Se sei impossessato dall’invidia il tuo cervello non connette.

E così il cervello impossessato dall’invidia è un malato terminale che brucia i neuroni, porta all’autodistruzione strascinando con sé quel bene che forse un giorno molto lontano hai creduto di amare.

Certo che è una questione di educazione. Se non c’è educazione al controllo delle emozioni negative, è sicuro che sfociano nella violenza.

Se non c’è la possibilità di essere rifiutati da una persona che non ricambia il tuo sentimento, non puoi mutilarla e ammazzarla.

L’amore si fa in due. Tutto il resto è un gioco. È intrattenimento.

Se non c’è educazione, puoi essere plurilaureato che il tuo cervello accecato dall’invidia va in pappa. Questa è la mia interpretazione dell’agghiacciante assassinio di Giulia Cechettin.

Ho ben sottolineato nei miei scritti come l’autostima ricorre nelle grandi sfide della Boxe Donne.

E quando le donne vogliono fare ciò che da secoli rappresenta la mascolinità, non è perché si sentono uomini. Forse talune anche.

Ma perché misurarsi è essenziale per non subire.

Certo non è necessario salire su un ring per misurarsi. Ma perchè no?

Dimostrare di gestire l’esuberanza fisica, trasformarla in un campione non è altro che il controllo mentale sulle emozioni.

Incanalare la negatività, la miseria umana non ha limiti capovolgendo gli eventi in nuove conquiste. Nuovi sogni.

La follia esiste e va curata.

Di follia si può ammalare chiunque, proprio tutti anche chi ha conquistato la vetta e si è realizzato.

Educazione ai sentimenti. Il pensiero non si controlla, le emozioni si educano. Non si perde nulla a cercar di comprendere come meglio gestire.

Il fuoco scalda o brucia.

Eliminare i parassiti che abusano della nostra bontà. Della nostra gentilezza. Del nostro entusiasmo, della gioia di vivere.

Bisogna insegnare ad affrontare quelle vampate che stravolgono la mente di chi non è nemmeno capace di ricevere un “NO”.

Certo che la Famiglia ha il ruolo determinate all’educazione ai sentimenti.

Ovvio la scuola, mi auguro in quelle ore di “Educazione” anche interventi di autori di buona cultura, di rapresentanti di ogni arte, mestiere, professionalità, che sappia andare oltre al nozionismo e all’imposizione del politicamente corretto.

Quelle ore di educazione ai sentimenti, alle relazioni, me la immagino come uno scambio di esperienze, di pensiero ad alta voce, liberatorio che apra il cuore delle inquietudini giovanili, di quel mal di vivere che tutti abbiamo attraversato, tutti abbiamo ricevuto un NO, sia maschio che femmina.

Proprio tutti, belli e brutti. La bellezza è soggettiva.

L’amore è soggettivo. Non conosce vie di mezzo. L’amore non si compera, non si baratta.

L’amore non ricatta emotivamente. L’amore è spontaneità.

L’accanimento feroce, violento contro noi donne, più o meno tutte, ne siamo state vittime, ha un nome. Invidia. E non è di sinistra o di destra.
E l’invidia è una brutta malattia. I vecchi dicevano così quando non sapevano dare un nome o una spiegazione ad una tara o a un’infermità.
Ecco la nostra società è rimasta ferma senza spiegazioni.

Con la morte orrenda di Giulia finalmente tutti proprio tutti se lo chiedono.

L’80% della popolazione italiana penso si sia identificata in quelle due famiglie, così normali, lavoro, casa, scuola, università…Come è potuto succedere?

É una questione culturale marginalmente, il femminicidio non è di destra o di sinistra o di sud o di nord o di chissà quale altro partito dentro o fuori dall’Italia. Tanto meno di ricco o povero. Bianco, Nero, o Giallo, o …macchiato.

La cultura sportiva la mia ispirazione che mi è stato tramandata appunto in famiglia, che sappia trasferire il modo di comportarsi, di interagire con le emozioni, i sentimenti, è  supporto fantastico e per la crescita e per la famiglia.  Aiuta in modo determinate al controllo delle emozioni negative. Soprattutto alla più negativa: l’invidia.  Negativa sino alla morte.

La competizione è la risorsa più sana per combattere l’invidia.

Diventi forti nel corpo e nella mente.

Chi t’invidia se non sa trasformare quella carica negativa, incanalarla è destinato a essere un perdente.

Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, entrambi 22enni, è solo un esempio eclatante tra i tanti femminicidi che si consumano ogni anno in Italia e certo in tutto il mondo.

Che dolore per quelle famiglie.

In modo diverso ma per entrambe è un dolore inconsolabile.

Domani 25 novembre si celebra la giornata contro la violenza sulle donne

Una preghiera per Giulia, per tutte quelle donne assassinate dall’invidia.

Vittime della mancanza di rispetto.

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GIULIA’S BLOOD FOR ENVY

Giulia was killed by envy.

The superficiality confuses jealousy, a protective instinct if it’s not obsessive, with envy so blinding that it kills.

Giulia’s death is the result of our society where for males everything is permitted, and there are no barriers or limits.

There are no limits even for women. Watching well. That certain rude machismo knows how to disguise itself as a victim.

Exactly the opposite of those patriarchal and/or matriarchal families understood in their best aspect, as protection of affections. Families that teach the rules of civilized living.

By dint of demolishing boundaries, I mean that beyond which cannot and must not be exceeded, that threshold which a family education, before being scholastic, must be able to teach.

And so every day, every year more and more women are playing the massacre of a society that justifies everything. Brakeless.

If a man cannot accept rejection, is he a man? And of course also what kind of woman is she?

If a man cannot accept pain, what kind of man is he?

Girls stay away from daffodils. By those who are victimized.

Stay away from those who hate you because you know how to choose.

Who taught our society that only by dismantling principles can we have the freedom to achieve everything? All what?

I firmly believe that so much cruelty in femicide comes from envy.

I definitely don’t think all men are envious.

But in my life, I have found more envious men than not.

Everyone whose challenge I accepted, lost.

I have never passively accepted to submit to machismo.

And I was lucky enough to grow up with a boxing champion father with an exceptional weight of soul. And certain pettinesses have never affected me.

I am a combative woman, this is easily evident.

Self-esteem is the first indispensable achievement for defending ourselves and seeing clearly our goals.

Of course, you have to know how to recognize envy, it’s difficult to unmask and subtle.

But if you value yourself it can’t make you a victim.

Envy also grips women. But women murderers out of envy, capable of such brutality are a rarity.

Every three days a woman dies because of violence.

Yet the news is full of the pain of rejection in every social class. Literature, painting, poetry, opera, and songs are full of them.

If you are possessed by envy your brain doesn’t connect.

And so the brain possessed by envy is a terminally ill patient that burns out neurons, leads to self-destruction, dragging with that good that perhaps one day far away you thought you loved.

Of course, it’s a question of education. If there is no education in the control of negative emotions, it is certain that they will lead to violence.

If there is no possibility of being rejected by a person who doesn’t reciprocate your feelings, you cannot mutilate and kill them.

Love takes two. Everything else is a game. It’s entertainment.

If there is no education, you can be a multi-graduate and your brain, blinded by envy, goes to waste. This is my interpretation of the chilling murder of Giulia Cechettin.

I have well underlined in my writings how self-esteem recurs in the great challenges of Female Boxing.

And when women want to do what has represented masculinity for centuries, it’s not because they feel like men. Maybe some even.

But because measuring yourself is essential in order not to suffer.

Of course, it is not necessary to get into a ring to compete. But why not?

Demonstrating that you can manage physical exuberance, transforming it into a champion is nothing more than that mental control over emotions.

Channeling negativity, human misery has no limits by reversing events into new conquests. New dreams.

Madness exists and must be cured.

Anyone can fall ill with madness, absolutely everyone, even those who have reached the top and achieved success.

Education about feelings. Thought cannot be controlled, emotions are educated. Nothing is lost by trying to understand how best to manage.

Fire heats or burns.

Eliminate parasites that abuse our goodness. Of our kindness. Of our enthusiasm, of the joy of living.

We need to be taught to deal with those flashes that overturn the minds of those who are not even capable of receiving a “NO”.

Of course, the family has a crucial role in the education of sentiments.

Obviously the school, I hope in those hours of “Education” there will also be interventions by well-cultured authors, representatives of every art, craft, and professionalism, who know how to go beyond the notions and the imposition of political correctness.

I imagine those hours of education on feelings, on relationships, as an exchange of experiences, of thinking out loud, liberating that opens the heart of youthful anxieties, of that pain of living that we have all gone through, we have all received a NO, both male and female.

Just everyone, beautiful and less beautiful. Beauty is subjective anyway.

Love is subjective. It knows no halfway. Love cannot be bought, it cannot be bartered. Love doesn’t blackmail emotionally. Love is spontaneity.

The ferocious, violent rage against us women, more or less all of us, have been victims of it, has a name. Envy. And it’s not left or right.
And envy is a bad disease. The old people said so when they couldn’t give a name or an explanation for a defect or an infirmity.
Here our society remained at a standstill without explanations.

With Giulia’s horrendous death, everyone is finally asking it.

May 80% of the Italian population identified themselves with those two families, so normal, work, home, school, university… How could this happen?

It’s a marginal cultural issue, femicide isn’t right or left or south or north or who knows what other party inside or outside Italy. Much less rich or poor. White, Black, or Yellow, or …stained.

Sporting culture is my inspiration which has been passed down to me in the family, Knowing how to pass on the way of behaving, of interacting with emotions, and feelings is a fantastic support for growth and for the family.

It helps in a certain way to control negative emotions. Especially the most negative: envy. Negative until death.
Competition is the healthiest resource for fighting envy.

You become strong in body and mind.

Anyone who envies you doesn’t know how to transform that negative charge and channel it is destined to be a loser.

Filippo Turetta, the assassin of Giulia Cecchettin, both 22 years old, is just one striking example among the many femicides that take place every year in Italy and certainly throughout the world.

How painful for those families.

In different ways but for both, it is an inconsolable pain.

Tomorrow November 25th is the day against women’s violence

A prayer for Giulia, for all those women murdered by envy.
Victims of lack of respect.

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